Panoramica con porta Manfredi (in priamo piano e la cupola della cattedrale (in alto). Credit: interradibrindisi.it |
Oggi, ho distaccato lo sguardo dai cittadini, e amo Oria per se stessa, perchè è la mia infanzia e adolescenza avanzata, la mia radice più irrorata di linfa che mi rende onorata di essere oritana. A nessuno del posto permetto di minacciare questo mio amore. Non è arresa, ma difesa di ciò che mi sta a cuore.Fin qui una dichiarazione d'amore di una cittadina di Oria ora lontana come Tina Massa, rilasciata in un commento su Facebook e che oggi vi voglio proporre assieme al seguito di questo commento.
Oria non cambia! E le urla disperate della sua leggenda sembrano ancora riecheggiare mentre viene ogni giorno ripetutamente martoriata. Mi pare, per quel poco che ho notato percorrendo le vie, in brevi puntatine, che vige un gran pseudo di ogni cosa, ed un un ridicolo feudo "imposimato" di gente veramente da poco che si compiace degli status symbol. Che tristezza.Ora spero che nessuno se ne abbia a male ma credo che sfoghi come questo abbiano diritto di cittadinanza, anche perché commisti all'amore per la città stessa. E non occorre coprirsi gli occhi per non voler vedere ciò che Tina non solo vede ma addita. Sappia che non è la sola a vivere questo stato d'animo in cui approssimazione e provinciale ostentazione di status symbol vari rendono spesso opprimente l'atmosfera nella pur bella Oria. La ringrazio per questo suo sfogo perchè ogni tanto ci vuole, è liberatorio, caccia via i miasmi della putrefazione di stereotipi e pregiudizi che hanno preso casa in quella città che costrinse Gianbernardino Bonifacio alla fuga.
Se anche voi volete dir qualcosa, sfogarvi, anche in maniera anonima grazie a questo blog presto sarà messo a disposizione un indirizzo email.
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