- non aver capito la metafora del veicolo;
- non aver capito nemmeno la metafora dell'olio: sono le parole l'olio della civilità;
- aver sprecato tanto olio: ne basta solo un po', non serve tutto quell'olio che è colato su pneumatici e asfalto.
Avrebbero potuto, in fondo, prendere esempio da quando si amministrano i sacramenti del battesimo e della cresima: ci si unge appena le dita per amministrarli. C'è invece esagerazione e spreco nel loro gesto, una rozzezza semiologica che li pone nei limiti della bravata e loro più che dei "bravi" non sono. Perché, alla fine, tutto quest'olio non fa che rendere ancora più scivolose le nostre stradine che salgono e scendono da un castello che da quando è stato restaurato è diventato inaccessibile, nonostante l'impegno degli attuali proprietari. Sembra quasi a guardare da sotto le sue mura, come ho fatto io ieri, ci si senta buttare addosso dei pentoloni d'olio bollente. I Romanin, nuovi proprietari, anche loro sono scivolati nell'olio delle pastoie burocratiche a seguito del commissariamento del comune. Forse non hanno unto abbastanza quegli uffici che dovevano dare loro i permessi necessari e allora bisognerebbe prendersela con quella chiazza d'olio in cui è scivolata l'ultima giunta comunale.
D'altronde è ancora periodo di raccolta delle olive nelle nostre campagne, è periodo in cui l'olio abbonda, anche perché troppo a buon mercato. In qualche modo si deve usare. Dai nostri frantoi l'olio ha preso a colare dappertutto, ha invaso le strade, le automobili, le case, i garage, perfino i sottoscala e i tetti. Anche dentro casa si scivola che è una bellezza, le donne con le gonne ci devono stare attente se non voglion mostrare le pudenda. Solo i bambini sono contenti e si ammazzano dalle risate. Qualche buontempone ha persino cambiato un carattere nel cartello all'ingresso del paese: Benvenuti a Olia (invece di Oria). Dove si scivola come su una grande lastra di ghiaccio, se non si usano i pattini. Le automobili ormai sono impazzite e sbattono in continuazione da un angolo all'altro, si ribaltano, si rimettono in piedi, sembrano schegge ormai impazzite e che non ferma più nessuno. E' un grattacapo per il commissario prefettizio che in tutta fretta ha chiesto consiglio ai consiglieri, agli organi preposti e al gran consiglio di stato che in coro ha risposto: condire tosto con aceto e sale a piacere e mescolare.
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